Primo giorno

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Via Accademia Albertina 13 - Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi (già Convento di Santa Croce, poi Ospedale Militare, quindi Caserma del Corpo dei Carabinieri 'Podgora')

 

Come arrivare:

Mappa con localizzazione

Alcune informazioni sulle vie "normali", una volta arrivati a Torino ...

... per chi arriva in treno:

- a piedi dalla stazione di Porta Nuova (1 Km,  15 minuti di tempo nella stima di 'viamichelin')

- a piedi dalla stazione di Porta Susa (2 Km, 30 minuti di tempo nella stima di 'viamichelin')

- con i mezzi pubblici dalla stazione di Porta Nuova: bus 68 (uscita lato C.so Vittorio, banchina sul lato della Stazione). bus 61 (uscita su Via Nizza, banchina sul lato opposto alla stazione)

- con i mezzi pubblici dalla stazione di Porta Susa: bus 56, tram 13 (uscendo dalla stazione sul lato corso Bolzano, si trova la banchina spostandosi verso sinistra di un centinaio di metri, in prossimità di una rotonda con il monumento al "Punt e Mes"; prendere il mezzo dalla banchina sul lato della stazione)

Mappa dei mezzi pubblici

Calcolo percorsi mezzi pubblici

... per chi arriva volando:

- prendere la navetta dall'aeroporto fino alle stazioni ferroviarie (orari), quindi seguire le indicazioni precedenti

... per chi arriva in auto:

- al di là dell'utilizzare una cartina o il navigatore, attenzione che la sede si trova nella zona traffico limitato (ZTL) del Centro di Torino. Vi servirà quindi consultare le seguenti indicazioni fornite dal comune e/o chiedere informazioni al comitato organizzatore

 

Distribuzione delle sessioni:

Sessioni orali:        Aula Magna

Sessioni poster:     Cortile interno o, in caso di tempo sfavorevole, corridoio del piano superiore

Gruppi di Lavoro:   Aula Magna

 

Per chi volesse leggere qualche informazione storico-artistica:

Il convento delle Canonichesse Lateranensi di Santa Croce, costruito alla fine del Seicento, era un prestigioso istituto per l'educazione delle figlie dei nobili. Dai primi anni dell'Ottocento, dopo le confische napoleoniche, fu convertito dapprima in Ospedale Militare e successivamente nella sede della Caserma del Corpo dei Carabinieri. Dopo un lungo e complesso lavoro di ristrutturazione e riadattamento (1982-settembre 2004), il complesso è divenuto una delle sedi del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi. Il restauro degli affreschi dell'Aula Magna e dell'appartamento della Badessa, unitamente alla ristrutturazione di chiostro e cortili hanno restituito almeno in parte l'eleganza formale e l'ampio respiro dell'originario complesso barocco. Nell'eleganza e raffinatezza del convento restaurato trovano collocazione il CsD (Centro Servizi Dipartimentali), uffici dei docenti e del personale tecnico, laboratori informatici, didattici e di ricerca, aule per le lezioni, sale riunioni e la biblioteca. Nell'Aula Magna, in origine l'antica sala capitolare o refettorio, è possibile ammirare una serie di affreschi attribuiti alla tecnica pittorica e cromatica dei Guidobono, una famiglia di artisti che durante il soggiorno torinese ha lasciato testimonianze anche a Palazzo Reale. Il sito che ospita la struttura, affacciata su piazza Carlo Emanuele II (piazza Carlina), è stato da alcuni associato all'antico villaggio di Taurasia, la capitale dei Taurini, popolazione indigena che abitava l’area torinese prima della sua romanizzazione, avvenuta dopo il 27 a.C., data di fondazione di Augusta Taurinorum. Tale insediamento, citato da Polibio e Tito Livio, doveva essere fortificato e di una certa estensione e consistenza, poiché nel 218 a.C. ad Annibale, in marcia verso Roma, occorsero tre giorni di assedio per averne ragione; a tutt’oggi purtroppo non se ne conosce la collocazione e le evidenze archeologiche sembrano confermare che non si trovasse nel perimetro della successiva città romana. Un’ipotesi interessante lo vedrebbe collocato proprio sul terrazzamento oggi scomparso che si situava proprio a sud di piazza Carlina, in posizione strategica per il controllo delle vie fluviali (Po e Dora). Purtroppo lo spianamento dell’area operato negli ultimi secoli per l’espansione della città ha cancellato ogni possibile stratigrafia, e probabilmente anche la speranza di una localizzazione certa.